“LA VERITA’”


236^ Lettera

                “Che cos’è la verità?”, chiede Ponzio Pilato all’uomo sanguinante che gli sta di fronte, un povero fanatico, che ha osato dirgli “Io sono venuto nel mondo, per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità ascolta la mia voce” (Gv 18,17). Pilato non ha bisogno di aspettare la risposta: per lui, la verità è il potere di Roma: tutto il resto, è chiacchiera e illusione.

               A dire il vero, Gesù aveva risposto in anticipo alla domanda di Pilato. Ai suoi discepoli, smarriti perché il Maestro ha annunciato loro la sua dipartita, egli dice che in realtà nessuno di loro andrà perduto, perché, dice, “Io sono la via, la verità e la vita” (Gv 14,6). La verità, per Gesù, non è una dottrina, ma una persona, la sua persona. L’evangelista Giovanni lo aveva detto nel prologo del suo vangelo: Dio ha parlato al mondo, ma la sua Parola (verbum, in latino) si è fatta carne: “Carne”, cioè uomo, ma nella sua realtà fragile, mortale sanguinante. La Parola è appesa alla croce, è l’ultima, piena verità, su Dio, ma anche sull’uomo.

               Si potrebbe dire che “verità” nel linguaggio giovanneo, significa “rivelazione”. E’ giusto, a patto che si mantenga la dimensione storica, fattuale: Dio rivela pienamente la sua verità nella storia di Gesù e in particolare proprio in quell’evento, scandaloso, che sembra travolgere ogni aspettativa umana, anche ogni onesta ricerca di un senso da dare alla vita. E’ vero: l’uomo crocifisso risorgerà. Così almeno dicono i suoi discepoli. Ancora oggi, quella tomba vuota suggerisce un’assenza; e comunque, anche ai credenti, viene detto dall’angelo: “E’ risorto, non è qui”. Per incontrarlo, bisogna essere costanti in una ricerca che conosce la stanchezza e qualche volta anche l’abbandono.

               La domanda di Pilato rimane, tuttavia, come l’orizzonte entro il quale noi viviamo. Forse, Pilato ha paura che lo straniero gli ponga la domanda successiva e Pilato ne è ben consapevole: “Qual è la tua verità, chi sei tu, veramente, spogliato del tuo potere? E qual è la verità del sapiente, del ricco? C’è forse una verità per il moribondo, per la vittima della guerra, per chi vede nel suo orizzonte solo dolore e morte. Chi è veramente l’uomo?

               Siamo nella “guerra a pezzetti”, come ci ha detto Papa Francesco. Ma anche per questa realtà si accumulano le domande. Guerra di chi contro chi? A giudicare dalle vittime, sembra essere la guerra dei ricchi contro i poveri. C’è una verità nella guerra? Molti lo pensano; ma veramente la pace si potrà ottenere con la guerra? C’è un’alternativa, che non sia la resa all’ingiusto aggressore?

               Potremmo continuare l’elenco. Tuttavia, se oggi andremo in chiesa, sentiremo parlare di un’altra assurdità. Oggi è la festa della SS. Trinità: un solo Dio, che però è tre persone, Padre, Figlio e Spirito Santo. Perché complicare le cose, quando è già difficile ammettere ll’esistenza di un Dio unico; a che pro moltiplicare le persone divine, pretendendo che comunque Dio rimanga uno solo?

                All’assemblea, tentata di lasciar scivolare le letture e ancor più le riflessioni del celebrante, viene però detto: “Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà alla verità tutta intera” (Gv 16,12). La verità su Dio e sull’uomo è dono, ed è giusto che sia così. Dio non ha paura di essere portato al tribunale dell’uomo, perché conosce il dolore che sta dietro all’accusa. Dio teme coloro che, come Pilato, hanno già la risposta e altro non vogliono udire. Ma lo Spirito è come il vento, soffia dove vuole (Gv 3,8): raccoglie i sospiri degli uomini, ma conduce con dolcezza chi si lascia guidare. Ci introduce in questo grande mistero: l’amore è unico e trinitario, c’è l’Amante, l’Amato e l’Amore. Il Dio trino apre il suo cuore all’uomo, a ogni uomo. Questa apertura ha un prezzo, la lancia che squarcia il costato del Crocifisso, ad indicare che c’è posto per tutti, per i bambini di Gaza ma anche per Netanyahu, per tutti. Non siamo capaci di sopportare il peso di questa verità, se non siamo introdotti in lei dallo Spirito, se non ci lasciamo guidare, se non deponiamo i nostri dubbi e le nostre proteste nel grembo di Dio, se non prendiamo esempio da Maria, dal suo silenzio sotto la croce del Figlio. In quel silenzio, c’è la perseveranza nel chiedere luce, nel consegnarsi allo Spirito.

15 giugno 2025                                                                      don Giuseppe Dossetti